I piercing sono ormai una forma d’arte che interessa praticamente ogni parte del corpo e che continua ad aggiornarsi con novità e tendenze innovative e d’avanguardia che arrivano da ogni parte del mondo e diventano immediatamente trend da seguire e imitare.
C’è però una tipologia di piercing tradizionale, che non passa mai di moda e che rappresenta una delle scelte più popolari e richieste: stiamo parlando di tutte le tipologie di piercing all’orecchio.
Anche in questo caso però, non esiste un solo tipo di piercing all’orecchio, ma ce ne sono diverse versioni:
- Piercing al lobo
- Trago Piercing
- Daith Piercing
- Helix Piercing
- Rook Piercing
- Conch Piercing
- Industrial Piercing
In questo articolo analizziamo le varie tipologie di piercing all’orecchio e la loro esecuzione del punto di vista tecnico.
1. Piercing al lobo: il piercing all’orecchio classico e versatile
Partiamo dal piercing all’orecchio più classico, diffuso e ormai visibile su ogni persona a qualsiasi età (compresi i bambini in tenera età): il piercing al lobo, anche chiamato semplicemente “buco all’orecchio”.
Si tratta di un piercing che può essere un pò fastidioso in guarigione essendo molto ricettiva e con un tempo di guarigione che può durare qualche mese ma per i più fortunati già dopo un mese sarà guarito e che coinvolge la perforazione del lobo dell’orecchio, cioè la parte più carnosa, all’estremità inferiore del padiglione auricolare.
Viene eseguito con l’utilizzo di un ago cannula sterile monouso e può essere fatto in diverse posizioni lungo il lobo, mentre il gioiello inserito può avere forme e dimensioni differenti.
2. Trago piercing: eleganza per il tuo piercing all’orecchio
Il Trago Piercing (chiamato anche “tragus”) è una tipologia di piercing all’orecchio che richiede la perforazione del trago, cioè la parte di cartilagine che si trova davanti al condotto uditivo.
Può essere classico (quindi centrale, con la barretta in titanio) oppure doppio, con 2 piercing sullo stesso tragus, uno sotto l’altro, per un grande impatto visivo.
Eseguirlo richiede ottime competenze tecniche e grande manualità: dopo aver analizzato la zona e l’anatomia del trago e segnato il punto esatto da trapassare, si afferra la cartilagine utilizzando delle forcipi sterili, si fora la cartilagine con ago cannula grigio e si inserisce subito un gioiellino , per poi sfilare la cannula in plastica e avvitare la pallina.
Il trago piercing non è molto doloroso e richiede diversi mesi prima che sia del tutto guarito. Ma dipende tanto dall’organismo di ogni cliente.
3. Daith piercing: un piercing all’orecchio originale
Il Daith Piercing è un piercing situato in quella parte dell’orecchio appena sopra il condotto uditivo, accanto al trago e all’attaccatura.
Trattandosi di una zona sottile e piccola, spesso può risultare molto veloce in guarigione grazie anche alla sua posizione un pò nascosta ma spesso può essere doloroso in esecuzione.
Il piercer procede con la foratura della radice dell’elice, la piega della cartilagine interna al padiglione auricolare con ago cannula curvo (trattandosi di una zona chiusa e difficile da raggiungere) e inserisce una bananina in titanio affinché sia meno invasiva possibile nel primo periodo di guarigione.
Il tempo di guarigione oscilla dal mese all’anno in base all’organismo di ognuno.
4. Helix piercing: il piercing all’orecchio con stile e individualità
L’Helix Piercing è uno dei Piercing all’orecchio più ricercati di sempre: viene eseguito nella parte alta del padiglione auricolare chiamato elice (il bordo duro dell’orecchio) e può essere decorato con un’infinità di gioielli (cerchietti, punti luce, barra dritta o curva, ecc.), anche se l’anello rimane la soluzione più popolare.
L’Helix Piercing consiste nella foratura della cartilagine nella parte alta dell’orecchio. Non esiste un punto preciso, ma può essere posizionato a diverse altezze.
Dopo aver individuato e segnato il punto esatto del piercing al di fuori del “ricciolo”, nella parte piatta dell’orecchio, il foro viene eseguito manualmente tramite ago-cannula grigio sterile monouso in modo che il tagliente attraversi la zona a 90 gradi.
Una volta inserito l’ago, si va a posizionare il gioiello prescelto nel foro che per tecnica è una barretta in titanio.
La guarigione dipende da persona a persona, ma in generale, trattandosi di un piercing cartilagineo, sono necessari diversi mesi per una guarigione completa, seguendo una rigorosa routine di manutenzione per ottimizzare la guarigione ed evitare qualsiasi problema.
Circa 1 mese dopo è possibile cambiare il piercing, ma sicuramente si consiglia di indossare il primo gioiello per più tempo.
Simile all helix c’è un altro piercing che sta andando molto in voga è il Flat che posiziona vicino alla zona dell’helix ma più interno per inserire monili di dimensioni più ampie che riempiano più spazio sull’orecchio.
Esiste anche l’anti helix piercing, che interessa invece la piega cartilaginea che si trova a metà dell’orecchio, nella parte esterna.
5. Rook piercing: unico e distintivo tra i piercing all’orecchio
Il Rook Piercing è invece una tipologia di piercing più rara e insolita: viene eseguito nella parte più alta della piega della cartilagine interna al padiglione (sopra il trago e vicino all’helix).
Si procede manualmente con ago cannula grigio , che attraversa uno strato di cartilagine molto ricettiva, risultando più doloroso rispetto ad altri e con un periodo di guarigione relativamente lungo ( in genere da 6 a 12 mesi).
I gioielli perfetti per il Rook Piercing sono l’anello e la barretta curva (“banana”), anche se inizialmente viene inserita una barretta curva lunga per contenere il gonfiore durante la prima fase di guarigione.
6. Conch piercing: profondità e fascino per il tuo piercing all’orecchio
Il Conch Piercing viene eseguito nella conca del padiglione auricolare, la “conchiglia” esterna dell’orecchio e può essere posizionato in diversi punti, a seconda dei gusti personali, della conformità della zona e anche dal desiderio del cliente di inserire poi in fase di cambio un cerchietto o solo un monile.
Da qui si distingue tra Conch Piercing esterno (il piercing viene inserito in prossimità della curvatura dell’orecchio) e Conch Piercing interno (il piercing si colloca verso l’entrata del padiglione auricolare).
Per realizzarlo, il piercer fora la cartilagine sul bordo dell’orecchio stesso o appena verso l’interno (antelice) utilizzando un ago cannula arancio ed effettuando il buco a mano: si tratta di una parte abbastanza rigida e, per questo motivo, il tempo di guarigione arriva anche a 6 mesi.
7. Industrial piercing: audacia e iconicità nel piercing all’orecchio
L’industrial Piercing rappresenta forse il piercing all’orecchio più particolare che c’è sull’orecchio.
Viene realizzato forando l’elice in due punti e il piercing inserito, che consiste in una barra in titanio con due palline, va ad attraversare il padiglione auricolare trasversalmente da parte a parte.
È infatti da considerarsi uno dei piercing più lunghi in guarigione.
La foratura deve essere impeccabile e i buchi all’orecchio perfetti: si usa un ago cannula arancione per eseguire entrambi i fori in modo da mantenere la traiettoria corretta per far poi far passare una barra metallica tra i due, per poi completare il piercing con un gioiello rotondo ad entrambe le estremità.
Il piercer deve prima di tutto analizzare l’orecchio non solo per selezionare la posizione e l’angolo più appropriati per perforare la cartilagine, ma anche per capire se dimensione e conformazione sono adatte a questo tipo di piercing.
Perché è importante affidarsi a professionisti per l’esecuzione di piercing all’orecchio?
Qualunque sia la tipologia di piercing all’orecchio, rivolgersi a piercer qualificati permette non solo di ottenere un risultato esteticamente perfetto, ma anche di evitare l’insorgere di possibili problematiche, come le infezioni da piercing o risolvere le infiammazioni che potrebbero insorgere essendo un piercing invasivo.
Prima di tutto, un piercer qualificato garantisce l’esecuzione del piercing in un ambiente pulito e sterilizzato, l’adozione di strumenti e prodotti certificati e di alta qualità il rispetto di tutte le norme e le pratiche per ridurre il rischio di contaminazioni e infezioni.
Inoltre, farsi forare da un piercer professionista significa anche poter contare sulla massima conoscenza dell’anatomia del corpo umano, fondamentale per evitare facili e veloci rigetti o problematiche e per capire se il piercing è fattibile oppure no.
In più, un piercer qualificato fornisce consulenza approfondita prima, durante e dopo il piercing, offrendo tutti i consigli sulla cura da seguire, sui tempi di guarigione e su eventuali segnali di complicazioni che potrebbero verificarsi.
Infine, farsi forare da chi ha una lunga esperienza nel settore significa ridurre il dolore durante il piercing, accertarsi di avere una procedura sicura ed efficiente e accelerare la guarigione grazie ad un’esecuzione a regola d’arte.
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